Il film Bicicletta verde per il Geocineforum
Quinto appuntamento con il Geocineforum. Il desiderio di riscatto di una bambina sfida i limiti imposti alla condizione femminile in Arabia Saudita
Questa volta il viaggio virtuale, con il Geocineforum, alla scoperta della condizione della donna attraverso i Paesi del mondo, ha portato i ragazzi della 3A a contatto con una realtà sociale estremamente chiusa rispetto alla questione femminile, tanto da far dire alla mamma della piccola protagonista: “Nel nostro Paese le ragazze non vanno in bicicletta altrimenti rischiano di non poter diventare madri”.
Wadida ha 10 anni e vive nella periferia di Riyadh, la capitale saudita. Nonostante si muova in un mondo tradizionalista, è una bambina affettuosa, simpatica e decisa a non rimanere all’interno dei confini imposti dalla sua cultura. Il suo spirito intraprendente e competitivo la spinge a lanciare una sfida all’amico Abdullah, un ragazzino del quartiere con cui non avrebbe il permesso di giocare. Ma Abdullah possiede una bicicletta e la ragazzina non potrà mai batterlo senza averne una. Così, Wadida cerca di procurarsi il denaro per acquistare una bellissima bicicletta verde, in vendita nel negozio vicino casa. La grande occasione è data dalla partecipazione alla gara di Corano organizzata dalla sua scuola: la piccola protagonista vi partecipa e vince, scardinando dall’interno le regole imposte, guidata come è, non da vero spirito religioso, bensì dalla volontà di vincere il premio in denaro e conquistare, l’oggetto tanto agognato, simbolo della speranza, verde come la speranza.
Si tratta di un film di denuncia dell’oppressiva società maschilista del mondo arabo, diretto da, Haifaa Al Mansour, una regista donna che sceglie di mettere in scena quasi esclusivamente personaggi femminili. Gli uomini sembrano non avere spessore: sono maschi tradizionalisti, per i quali le donne devono restare nello spazio chiuso e senza diritti nel quale sono da sempre state relegate . Ma saranno proprio Wadida e sua madre ( che, fino all’ultimo osserva le regole sperando, per questo, di ricevere in cambio amore e rispetto dal marito), a trasgredire con le loro azioni semplici, ma inflessibili. La madre, alla fine, incorrendo certamente nel giudizio morale della società in cui vive, acquisterà la bicicletta alla sua adorata figlia, dopo che il premio per la gara vinta verrà destinato alla causa palestinese, distruggendo il sogno di Wadida.
E così, ancora una volta, la scelta coraggiosa di due figure femminili ha dimostrato che il germe del cambiamento può scaturire solo dalle donne e dalla loro forza interiore.
Vedi il trailer del film:
https://www.youtube.com/watch?v=BBoxQn76UOs