La Gramsci fa…tris col progetto Educhange di Aiesec
Terzo anno del progetto Educhange con Aiesec dell’Uni La Sapienza di Roma
E’ durato sei settimane. Sembravano tante , ma sono volate. Il lavoro di progettazione è iniziato ad ottobre. L’istituto si è candidato ad accogliere due studenti universitari stranieri dell’associazione internazionale Aiesec. Continua così il nostro viaggio alla conoscenza degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu. In compagnia di Tamari e Raul, entrambi studenti di Scienze politiche e relazioni internazionali. Due giovani provenienti da paesi molto diversi tra loro,Tamari dalla Georgia, Raul dalla Colombia. Due percorsi di studio simili ma fortemente influenzati dalle diversità dei loro paesi di provenienza. Una lingua di comunicazione su tutte: l’inglese, affiancata dallo spagnolo. Il nostro istituto, sempre accogliente, aperto e curioso a quello che il mondo ci offre. Sei settimane di lavoro fianco a fianco hanno reso i due ragazzi popolarissimi tra i nostri studenti. Due personalità completamente diverse. Tamari, molto precisa e puntuale. Raul estroverso e creativo. Ringraziamo entrambi per la disponibilità e versatilità dimostrata e per la grande pazienza in tutte le attività proposte.
Il focus di quest’anno è caduto sull’obiettivo n.12: Consumo e Produzione responsabili.
Il punto di partenza è subito stato chiaro per tutti, ma gli approcci e gli sviluppi sono stati imprevedibili, originali ed estremamente coinvolgenti. La potenza di questo progetto, a nostro avviso, risiede nell’essere un’enorme cornice all’interno della quale, in sei settimane, con mani diverse, si dipinge un quadro che comunque ci rappresenta. Le diverse anime, scientifica, umanistica, tecnica, civica, pratica sono tutte lì. Raffigurate con modalità diverse con tecniche tradizionali o digitali, ma tutte legate ad un unico filo conduttore. L’obiettivo del nostro lavoro è scuotere le coscienze, responsabilizzare ed esercitare il senso critico dei nostri alunni e di noi stessi. Tutti insieme ci mettiamo in discussione e ci riconosciamo protagonisti. Non ci aspettiamo cambiamenti immediati, ma ci accontentiamo di instillare il dubbio, di proporre un’alternativa possibile, di cercare strade diverse e di promuovere una riflessione attiva.
Un grande ringraziamento va alle famiglie ospitanti. Senza di loro il progetto non avrebbe potuto essere realizzato.