Il Viaggio della Memoria rivive all’Istituto “Gramsci”
Uno scambio di sentimenti tra i ragazzi che sono stati ad Auschwitz e i compagni delle classi terze.
Articolo scritto dai ragazzi del corso di giornalismo web dell’Istituto.
Il Viaggio della Memoria rivive all’Istituto “Gramsci” grazie al racconto dei ragazzi che vi hanno partecipato. L’Istituto, per far capire l’importanza dell’iniziativa che ogni anno vede protagonisti solo un piccolo gruppo di studenti, ha organizzato un momento di riflessione in aula magna con tutte le classi terze per condividere emozioni, luoghi e sensazioni di una visita d’istruzione che lascia il segno.
I ragazzi che hanno partecipato al viaggio della Memoria ad Auschwitz, hanno incontrato, per un momento di riflessione collettiva, i ragazzi delle classi terze in aula magna presso la “Scuola Media A. Gramsci”. Per questo incontro gli alunni hanno preparato una presentazione, insieme al docente di religione il professor Fabio Ricci e alla docente di musica la professoressa Cinzia Milluzzo, in cui mostravano i luoghi che avevano visitato.
La presentazione è iniziata con il professor Ricci che ha raccontato come da un viaggio di questo genere si ritorni cambiati e con un diverso senso critico. “Quello che abbiamo visto – afferma il prof. Ricci – testimonia i fatti terribili e senza giustificazione che sono accaduti, sembravano così surreali che pensavamo di essere in un set cinematografico”.
I ragazzi, Chiara Petrai, Annalisa Marcu, Roberta Buzzanca, Valentina Mauti, Beatrice Cocola, Alessia Mancini, Leonardo Molinari, Chiara Ciarma, Arianna Desario, hanno raccontato che il loro viaggio di andata non è stato per niente facile, perché sono stati 24h in un pullman, però la lunga attesa li ha ricompensati. Il primo giorno hanno visitato Vienna: “E’ una città molto bella – raccontano – è piena di cultura e di storia della musica e delle arti”.
Dopo la visita sono subito ripartiti per andare nel loro albergo a Cracovia, un’altra città della Polonia definita da loro piena di cultura e dall’elevato numero di università. Ci raccontano anche che hanno fatto nuove amicizie e mangiato cibi nuovi, diversi dai nostri piatti tipici. I nostri viaggiatori hanno raccontato la visita del primo campo di concentramento che hanno visitato, ovvero quello di Auschwitz.
Da quella visita sono rimasti scioccati per quello che hanno visto, in particolare per i forni crematori, le camere a gas e il muro del giudizio. Dopo averci fatto vedere le foto di queste macchine della tortura, ci hanno mostrato immagini di documenti di ebrei, dei loro vestiti, dei loro occhiali, dei loro utensili e di tutti i lori beni personali che speravano di rivedere. Dopo ci hanno spiegato che gli ebrei venivano portati in questo campo attraverso un treno e visto che viaggiava per due settimane, senza mai fermarsi, l’ 80% di loro moriva. Il 20% rimanente veniva smistato tra: uomini, donne, bambini, anziani, portatori di malattie, donne incinta e gemelli. Gli uomini e le donne venivano fatti lavorare; i bambini gli anziani e i portatori di malattie venivano uccisi subito, non essendo in grado di lavorare. Le donne incinta venivano fatte abortire e poi uccise insieme al bambino, indifferentemente dal numero di mesi che avesse. Inoltre sui gemelli venivano fatti degli esperimenti atroci per vedere se internamente erano uguali.
Per concludere i ragazzi hanno raccontato della visita alle miniere di sale di “Wieliczka” nell’area metropolitana di Cracovia.
L’incontro si è concluso con una frase emblematica:
“L’uomo ha creato la macchina anti-uomo, ma il topo non ha creato mai una trappola per topi”.
Chiara Ruocco (Web Reporter)