L’infinito viaggio della conoscenza e della scoperta
Grazie all’albo illustrato dell’Infinito gli alunni della 1D hanno iniziato il loro viaggio tra i libri per scoprire e conoscere se stessi e il mondo.
Il viaggio della scoperta e della conoscenza per gli alunni della 1D inizia con il laboratorio di lettura e scrittura attraverso l’albo illustrato dell’Infinito di Giacomo Leopardi realizzato da Marco Somà e Daniele Aristarco per le edizioni Einaudi Ragazzi.
I ragazzi hanno liberato la fantasia commentando le illustrazioni guidati dagli immortali versi dell’Infinito di Giacomo Leopardi, riflettendo sull’importanza del viaggio e della conoscenza: il libro è la nostra siepe che ci permette di partire per uno splendido viaggio/naufragio.
Un percorso importante per guidare i ragazzi verso la conoscenza, ricco di simboli e significati che gli alunni della 1D hanno colto immediatamente trasformando le immagini in tante storie fino ad arrivare a riflettere sul significato e sull’importanza della fantasia e della libertà d’espressione.
Un’attività emozionante per avviare il laboratorio di lettura e scrittura nella classe prima, i loro pensieri e riflessioni sono stati profondi e allo stesso tempo carichi dell’ ingenuità fanciullesca che li caratterizza, tanto che Giacomo sembrava rivivere tra loro come quel “garzoncello scherzoso” che Leopardi ricorda nella sua celebre poesia “Il sabato del villaggio”.
Gli albi, come primi libri, come ponti sospesi fra immagini e parole, sono un mezzo di trasporto: una carrozza, un tappeto volante, spesso un metalibro che racconta di libri, l’opportunità di debuttare nell’avventura della scoperta della parola, della conquista dei simboli che, etimologicamente, mettono insieme cose e suoni, oggetti e figure, voce e segno. L’immagine dell’albo come ponte sospeso fra immagini e parole, che apre infinite possibilità di interpretazione è particolarmente suggestiva ed adatta al percorso di lettura e scrittura che la 1D ha iniziato sotto la guida della prof.ssa Marilena Ferraro.
L’albo illustrato dell’Infinito una poesia dentro la poesia, capace di accompagnare anche lo sguardo e il cuore del lettore portandoli a perdere tra i silenzi assoluti e gli spazi sconfinati solo immaginati oltre l’ostacolo di una siepe, suggeriti dai versi. Somà ritrae il poeta sotto le sembianze di un cervo signorile, dall’aria fragile, abbigliato come un nobiluomo di fine Ottocento, tutto preso dal suo poetare.
Inizia un viaggio fantastico tra le nuvole che attraversa il tempo dove passato e presente sono pagine dell’eternità. E dove anche naufragare e abbandonarsi sono esperienze piene di dolcezza.
Daniele Aristarco, in appendice all’albo scrive:
“Ognuno ha la sua siepe, un luogo nel quale stare da solo e lasciare che l’immaginazione si muova liberamente nel tempo e nello spazio. Non sappiamo se quell’infinito esista realmente, eppure ci piace provare a immaginarlo. In questo preciso istante, mentre sei seduto e i tuoi occhi scorrono questi segni, la tua mente viaggia indietro di duecento anni e poi in avanti, forse, o chissà dove. Forse la tua siepe la stai stringendo tra le mani. Nello spazio finito della pagina di un libro, un luogo d’accesso al tuo splendido naufragio”.
I piccoli lettori si sono soffermati sul perché l’illustratore avesse scelto un cervo per rappresentare Giacomo:
“Il cervo è un animale mansueto solo in apparenza, esso è in realtà fiero e selvaggio, simbolo della rigenerazione vitale e della forza istintiva del corpo e dello spirito. Le appendici ramificate che si trovano sulla testa del cervo, che in questo animale si rinnovano ogni anno in primavera, sono emblema di longevità e di rinascita: essi si innalzano verso il cielo, proprio come i rami degli alberi”.
Inizia il viaggio compiuto dai ragazzi della 1D attraverso le immagini dell’albo illustrato, dove ad ogni tavola hanno liberato la fantasia ricreando la loro storia dell’Infinito:
”Partendo dal tronco di un grande albero, nido amato ed odiato di lunghi anni di studio matto e disperatissimo, il cervo si incammina lungo la siepe di dalie, con lo sguardo teso verso l’orizzonte lontano. All’improvviso siede tra i giunchi della siepe, come fosse fisicamente intrappolato nel reale. Egli chiude gli occhi ed inizia il viaggio della sua immaginazione: il cappotto adagiato ordinatamente a terra, le mani che sorreggono lo Zibaldone, e le appendici ramificate ormai cresciute, cariche di rose e peonie erbacee, a rappresentare la consapevolezza acquisita, la sete di immaginazione.
Poi inizia il volo, il volo della fantasia: lo sguardo del Poeta si riempie di gioia, di piacere. Il carico di fiori che alberga sulle sue appendici ramificate ormai mature si libera e vaga; trascinato dal vento, lo stesso che presenzia nei versi leopardiani, il cervo si innalza, cammina tra le nuvole e viene avvolto dalle stesse, sino a raggiungere due uccelli che riposano su una nube, anch’essi animati dal medesimo stato di felicità e di pace”.
Una delle tavole più rappresentative del libro la si incontra verso la fine della lettura: il cervo Giacomo è in piedi intento a leggere il suo diario di memorie, ed il soprabito si allarga, immenso, infinito sulla natura circostante: l’abito azzurro diviene una notte stellata che sovrasta placidamente le terre marchigiane. Il cielo notturno può essere identificato con le morbide colline che circondano Recanati, o con le onde del mare che poco lontano lambiscono la costa: questo velo blu è l’anima di Giacomo Leopardi che, grazie alle sue parole, da oltre 200 anni permea la nostra memoria.
I giovani lettori ora sono pronti per partire verso il viaggio infinito della scoperta e della conoscenza.
Buon viaggio!