Viaggio della Memoria Auschwitz-Birkenau , le riflessioni dei ragazzi della Gramsci
Alcune riflessioni dei ragazzi della Gramsci di ritorno dal Viaggio della Memoria ad Auschwitz-Birkenau organizzato dalla Provincia di Latina e il Miur
Articolo scritto dal reporter del corso di giornalismo web Nicola D’Agostino
Sono rientrati da poco gli otto ragazzi di terza media dell’Istituto Gramsci che quest’anno hanno intrapreso il viaggio più emozionante e toccante: quello ai campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau.
Incluse nel viaggio anche le visite guidate a Praga, capitale della Repubblica Ceca, e a Cracovia, 60 km da Auschwitz; che hanno arricchito le esperienze e il bagaglio culturale di tutto il gruppo.
Viaggi del genere sono i più intimi, i più emotivi, quelli che fanno riflettere. Gli alunni questo lo hanno compreso a pieno così come i loro docenti accompagnatori, prof.ssa Lucia Decinti, alla sua quarta esperienza, e il prof. Alessandro Carlomagno.
Per capire a fondo le sensazioni che veramente hanno provato i ragazzi a trovarsi in luoghi di sterminio come Auschwitz, ecco le riflessioni di alcuni di loro:
Nicola D’Agostino 3D
“Qualche giorno fa sono stato in Polonia, a visitare il campo di concentramento di Auschwitz e Birkenau; è stata un’esperienza che mi ha segnato nel profondo del cuore. Stando in quel macabro luogo si provano delle emozioni fortissime, che ti levano il respiro. Personalmente posso dire che certe cose, come questa, vanno viste con i propri occhi, perchè studiando la storia, guardando foto, film, ci si immedesima, ma mai come quando si calpesta un luogo in cui anni prima hanno perso la vita milioni esseri umani. Dico esseri umani e non ebrei perché è la stessa cosa; non c’è alcuna differenza tra tedeschi, ebrei, italiani… Quelle, sono persone, che per qualche arcano motivo hanno perso tutto, oltre che la vita anche la propria identità, il proprio essere, ossia quello che tutti abbiamo e dobbiamo avere per sempre.
Varcata la porta con su scritto la fatidica frase “ARBEIT MACHT FREI”,qualcosa dentro di me è cambiato. la cosa che ci si chiede subito è “Perchè?”, “Come possono delle persone fare questo a dei loro simili, considerati inferiori?”, “E se ero io a trovarmi in quel posto cosa avrei pensato della vita e dei nostri simili?”. Mi sono reso conto che una risposta non esiste. L’unica cosa che posso confermare è che se tutti capissero e guardassero, cose del genere non accadranno mai più. Tutti i ragazzi devono trovarsi di fronte a quello che ho visto con i miei occhi e non solo i più meritevoli. Devono capire, riflettere.
Vedendo gli oggetti di tutte le vittime, ma soprattutto tonnellate di capelli, mi hanno tolto le parole non so per quanto tempo. Avevo i brividi, camminavo, guardavo e pensavo. Sulle valigie c’erano i nomi degli ebrei arrivati ad Auschwitz con la speranza di vivere, di tornare nelle proprie case; speranza che è durata pochi giorni, settimane.
Per me è stato terrificante pensare che ogni singolo oggetto rappresenti una vita innocente volata via,come una leggera e brutta foglia.
A Birkenau tutto è rimasto come allora, l’Entrata della morte in cui arrivava il treno, le baracche di legno con i letti a castello, le macerie delle camere a gas. Questo è stato il posto più crudo per me, la neve ricopriva tutto l’orizzonte, la fine del binario non si vedeva, mi è sembrata la metafora di come quelle persone erano ignare del loro destino, di quello che le aspettava. Bisogna andare avanti, ma ricordare”.
Luca Malecchi 3F
“Io credo che nella storia moderna ci siano state poche tragedie paragonabili a quella dello sterminio degli ebrei. Quando a scuola si parla di questa tragedia penso che pochi comprendono a pieno la gravità di quello che successe, ma quando ci si trova lì non si può non capire. Quello chi ha colpito di più è vedere gli oggetti personali di quelle persone: occhiali, valigie, scodelle e anche capelli.”
Martina Antonucci 3C
“Secondo me, vedere dal vivo Auschwitz é stato molto toccante ed emozionante. Osservare tutti gli oggetti personali dei deportati, i quali sono stati tolti loro attraverso la morte e pensare che erano persone come noi, ignare di quello che accadeva attorno a loro mi ha fatta commuovere. Ho cercato di immaginare quello che pativano,ma non c’è ľho fatta, non lo capirò mai, perché lo può capire solo chi ľha vissuto. É importante ricordare questi avvenimenti per far sí che non accadano più. Nessuno dovrebbe mai patire sofferenze sovrumane come quelle che subivano le persone deportate ad Auschwitz.”
Nicholas D’Amato 3E
“Io credo che vedere una parte della storia sui libri non è mai toccante quanto vederla con i propri occhi. Vedendo gli occhiali, le scarpe, le spazzole e tutti gli altri oggetti personali ho capito fino a dove si può spingere la cattiveria dell’uomo. Ho vissuto questa esperienza per non dimenticare ed è quello che faccio e che continuerò a fare.”
Alexandra Falcaru 3F
“È un’esperienza che cambia il tuo modo di vedere le cose, che ti apre gli occhi, ti fa riflettere e venire i brividi. È un mix di emozioni, paura, agitazione, curiosità, tristezza. Tutte cose che viste dal vivo fanno tutt’altro effetto che sentite raccontate in classe, durante le lezioni.”
Michelle Sapere 3B
“È stata un’esperienza molto toccante e indimenticabile, non mi sarei mai aspettata che mi avrebbe impressionato così tanto,perchè queste cose le sento praticamente ogni giorno ma non mi avevano mai toccato più di tanto prima d’ora. Vedere quelle cose dal vivo è stato raccapricciante. Vedere persone sfruttate,maltrattate e alla fine uccise senza nessun motivo ti fa pensare molto, e vederle dal vivo ancor di più.”