Il volo della farfalla, per non dimenticare
Giornata della memoria 2022: Percorso didattico in Storytelling digitale. Anche quest’anno continua il nostro impegno per ricordare la Shoah con le classi IA, IIA, IIC, IIIC e IIID, tra letture, manifesti e realtà aumentata
Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 Gennaio di ogni anno per commemorare le vittime dell’Olocausto. È stata istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento Italiano che ha in tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 Gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del popolo ebraico e di tutte le minoranze su cui si abbatté la barbarie del nazismo e del fascismo. Nella nostra scuola ogni anno invitiamo i nostri ragazzi a riflettere su quanto è accaduto affinché simili eventi non accadano più.
Il simbolo della “Farfalla Gialla” è tratto da una poesia di Pavel Friedman (7 Gennaio 1921 – 29 Settembre 1944), un giovane poeta che viveva nel ghetto di Terezin (Theriesenstadt) e che morì ad Auschwitz, noi l’abbiamo utilizzato per partire nel nostro viaggio della conoscenza e scoprire il mondo con occhi diversi.
Compiti di realtà proposti alla fine dell’Unità didattica.
Classe I A con Canva Edu:
“Anne Frank: io bambina della Shoah leggiamo per non dimenticare”.
Partiamo dalla lettura di alcuni brani del Diario di Anne Frank, poi facciamo un viaggio nella sua casa, ora museo, ad Amsterdam. Infine con l’applicazione Canva creiamo dei poster con frasi e poesie volte a non dimenticare.
Classe II A con Cospaces Edu e Mote:
“Liliana Segre e Anna Frank: due ragazze ad Auschwitz”
lettura della Biografia di Liliana Segre, visione di alcune interviste, parallelo con la storia di Anna Frank e riflessioni.
Realizzazione di uno storytelling in realtà virtuale e aumentata con Cospaces Edu e Merge Cube.
Classe III D con Google Earth e Mote:
“Primo Levi e le Pietre d’inciampo: i luoghi della memoria”
Le “pietre d’inciampo” ricordano al passante distratto che in quella casa ha trascorso un pezzo della sua vita una vittima del razzismo e del genocidio nazisti. Le opere di Primo Levi hanno conosciuto uno straordinario successo di critica e di pubblico e una grande diffusione mondiale. Se questo è un uomo, La tregua, I sommersi e i salvati sono tra le più alte riflessioni sulla follia dei campi di sterminio, sconvolgenti per la lucidità e la pacatezza della scrittura. Primo Levi rifiutò il ruolo di “testimone” per raccontare e vivere quello di “sopravvissuto”, fino a decidere di lasciarci, trent’anni fa, nell’aprile 1987.
Se le parole sono come pietre, le parole di Primo Levi, per noi passanti spesso distratti, sono come “pietre d’inciampo”.
«Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario». Così diceva Primo Levi.
Classe III C con un video: gli alunni hanno voluto ricordare questa triste pagina della storia girando un video in cui leggono alcuni passi tratti dal libro “La notte” di Elie Wiesel. La notte è un romanzo autobiografico che racconta esperienze del giovane autore ebreo ortodosso deportato insieme alla famiglia nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald negli anni 1944-1945, al culmine dell’Olocausto, fino alla fine della seconda guerra mondiale. In poco più di 100 pagine di narrazione frammentaria Wiesel descrive come l’orrore vissuto nei campi di concentramento e di sterminio gli abbia fatto perdere la fede in Dio e nell’umanità; tale perdita si riflette nell’inversione dei ruoli padre-figlio, poiché egli, da adolescente, dovrà badare a suo padre, divenuto via via più debole, fino alla morte. “Se solo potessi sbarazzarmi di questo peso morto […] Immediatamente mi vergognai di me stesso, per sempre”. Nel racconto, ogni cosa viene invertita, ogni valore distrutto. “Qui non ci sono padri, fratelli, amici”, gli disse un Kapo. “Ognuno vive e muore in solitudine”. Wiesel aveva 16 anni quando Buchenwald venne liberata dagli Alleati nell’aprile 1945, troppo tardi per suo padre, che era morto a causa delle percosse subite, mentre egli assisteva impotente e silenzioso nel letto a castello per paura di essere a sua volta colpito.Per la perdita di fiducia in Dio e nell’umanità, Wiesel non volle parlare della sua esperienza per 10 anni. A distanza di cinquanta anni il libro è stato tradotto in 30 lingue, ed è considerato, accanto a Se questo è un uomo di Primo Levi e al Diario di Anna Frank, come uno dei capolavori della letteratura sull’Olocausto. Gli alunni hanno scelto anche alcuni passi tratti dal libro “Il pane spezzato” di Edith Bruck”. L’autrice da ragazzina venne deportata nel campo di sterminio di Aushwitz in quanto ebrea ungherese, ma riuscì a salvarsi. Questa esperienza ha permeato tutta la sua vita, dal momento che fin dal primo istante fuori dall’Inferno la sua volontà è stata quella di scrivere, di ricordare, di sensibilizzare un mondo che, specialmente nell’immediato dopoguerra, sembrava voler dimenticare.
Classe 2C con un piccolo video: gli alunni hanno voluto commemorare questo doloroso evento recitando la poesia “Se questo è un uomo” di Primo Levi e osservando un minuto di silenzio.
In questa bacheca troverete tutti i lavori realizzati: