Leopardi tra vecchi e nuovi orizzonti.
Le classi 3C, 3D e 3F esplorano l’opera di Giacomo Leopardi attraverso strumenti innovativi e creativi.
Le classi 3C, 3D e 3F hanno affrontato lo studio di un grande autore della letteratura italiana attraverso metodologie laboratoriali e utilizzando molteplici strumenti offerti dal progetto lettura d’istituto che hanno reso lo studio stimolante, innovativo e creativo.
In un primo momento gli alunni hanno conosciuto una delle liriche più conosciuta dell’autore “L’Infinito” attraverso l’albo illustrato da Marco Somà e con un testo inedito di Daniele Aristarco, un commento per accompagnare i giovani lettori lungo i versi di questo capolavoro della poesia.
Alle spiegazioni delle insegnanti ha fatto seguito la visione di alcuni filmati messi a disposizione dagli eredi di Giacomo Leopardi che hanno mostrato ai ragazzi aspetti inediti e curiosità legate anche alla vita privata dello scrittore.
La biblioteca di casa Leopardi ha destato molta curiosità nei ragazzi.
Ospita circa 20.000 volumi: i libri che la compongono sono stati collezionati da Monaldo Leopardi, padre del poeta, che insieme ai figli inizia l’opera di catalogazione, come ancora oggi attestano le antiche schede dove veniva registrata ogni opera.
L’idea di Monaldo parte proprio da qui, uno spazio creato per i suoi figli: è per loro che va in cerca di libri, opere in cui ritrovare il sapere e i principi della conoscenza.
Nel 1812 la raccolta si amplia a tal punto da indurre Monaldo a rendere accessibile anche agli amici e ai cittadini recanatesi un luogo che sia di formazione, ispirazione e cultura.
La Biblioteca appare anche nel testamento di Monaldo e con queste parole il fondatore spiega la cura e l’impegno di tale progetto che vuole essere patrimonio per la comunità.
Nel testamento specifica che “i Primogeniti pro tempore dovranno aprirla di quando in quando a comodo pubblico dei Cittadini, secondo la loro prudenza ed arbitrio.”
La conoscenza di Giacomo Leopardi poi è proseguita attraverso la visione del film Il giovane favoloso con la regia di Mario Martone e la splendida interpretazione dell’attore Elio Germano.
I laboratori creativi ed espressivi hanno aiutato i ragazzi a riflettere sulle tematiche più significative della poetica leopardiana e sulle parole relative al “vago” e “all’indefinito”.
I prodotti finali sono stati veramente sorprendenti: poesie, caviardage, libri creativi e una cornice ispirata al passero solitario dalla quale osservare il mondo per scoprire nuovi ed infiniti orizzonti da esplorare con l’immaginazione.
Infine un articolo de “La Lettura” ha fornito spunti di riflessione sul ruolo dei classici della letteratura nei diversi periodi storici.
Nell’articolo l’italianista Alberto Casadei si domanda se i classici siano o meno soggetti alle mode e ai gusti. Sembra proprio di sì ed è esemplare il caso di Leopardi.
Per lungo tempo Leopardi è stato al centro di un dibattito per discutere se le sue opere potessero o meno essere considerate pessimiste. Sotto il fascismo, ad esempio, il pessimismo doveva cambiare di segno, cosicchè non mancavano i tentativi di trovare nei Canti addirittura una visione ottimistica.
Negli ultimi decenni si è aperta una nuova stagione interpretativa secondo la quale il pessimismo e l’ottimismo sono categorie ormai superate a favore di uno studio della relazione tra pensiero razionale ed ispirazione creativa.
Questa riflessione è stata particolarmente utile per i nostri alunni per superare la visione pessimistica con la quale spesso Leopardi è stato dipinto e riportare l’autore fuori dei luoghi comuni manualistici.