Festa dell’Europa: premiati gli studenti della “Gramsci”
Al concorso indetto dall’Aede, “L’Europa nelle scuole”, sono stati premiati i lavori degli alunni dell’Istituto: cartelloni, video e poesie
Questa mattina, durante la cerimonia in occasione del 67° anniversario della fondazione dell’Europa Unita, il concorso “L’Europa nelle scuole”, indetto dall’AEDE, sono stati premiati gli alunni dell’Istituto “Gramsci” grazie alla loro creatività e abilità nell’interpretare il loro essere cittadini europei.
La cerimonia si è svolta presso l’Istituto Comprensivo Menotti Garibaldi ed era presente tutto il direttivo dell’AEDE, nelle persone di professoressa Alda Puppo, segretario, professoressa Bruna Rinaldi Maschio e Caterina Sanna, coordinatrici e divulgatrici, nonché l’assessore alla Cultura Francesca Barbaliscia, madrina della manifestazione.
Ogni anno si celebra la Festa dell’Europa e il gruppo A.E.D.E. (Associazione Europea degli Insegnanti) promuove per la Giornata Europea della Scuola, che coincide con la celebrazione della Festa dell’Europa, un concorso a tematiche europee con i seguenti obiettivi:
– sviluppare il senso di appartenenza all’Europa
– trasmettere agli studenti alcuni obiettivi prioritari dell’attività dell’Europa unita
– chiamare i giovani a riflettere sull’Europa e sull’importanza delle elezioni europee: Europa perché e per quali fini.
I vincitori del concorso per l’I.C. “Gramsci” sono:
Bonanni Giorgia, Vlase Stefania, Tarantino Pietro II C
Simeoni Azzurra, III G – Poesia –
Classe III D
Importante l’intervento della professoressa Bruna Maschio Rinaldi che ha spiegato il senso di questa giornata.
L’evento, condotto dalla giornalista Marina Cozzo, è stato una vera e propria festa, per questi i ragazzi e per tutto il pubblico.
L’Origine della Festa:
Il 9 maggio 1950 è nata l’Europa comunitaria. Le nazioni europee cercavano di risollevarsi dalle conseguenze devastanti della Seconda guerra mondiale, conclusasi cinque anni prima, ed erano determinate ad impedire il ripetersi di un simile terribile conflitto,
Quel giorno a Parigi la stampa era stata convocata per le sei del pomeriggio al Quai d’Orsay, sede del Ministero degli Esteri, per una comunicazione della massima importanza. Le prime righe della dichiarazione del 9 maggio 1950 pronunciate da Robert Schuman, Ministro francese degli Affari Esteri, e redatta in collaborazione con il suo amico e consigliere, Jean Monnet, danno un’idea dei propositi ambiziosi della stessa.
“La pace mondiale non potrebbe essere salvaguardata senza iniziative creative all’altezza dei pericoli che ci minacciano”. “Mettendo in comune talune produzioni di base e istituendo una nuova Alta Autorità le cui decisioni saranno vincolanti per la Francia, la Germania e i paesi che vi aderiranno, saranno realizzate le prime fondamenta concrete di una federazione europea indispensabile alla salvaguardia della pace”.
Veniva così proposto di creare una istituzione europea sovranazionale a cui affidare la gestione delle materie prime che all’epoca erano il presupposto di qualsiasi potenza militare, il carbone e l’acciaio.
I governi europei capirono che la fusione delle produzioni di carbone e acciaio non solo avrebbe impedito che una guerra tra Francia e Germania, storicamente rivali, diventasse – per citare Robert Schuman – “non solo impensabile, ma materialmente impossibile”. Ma decidere di mettere in comune gli interessi economici avrebbe contribuito ad innalzare i livelli di vita e sarebbe stato il primo passo verso un’Europa più unita.
Così nacque la CECA (paesi fondatori: Francia, Germania occidentale, Italia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo), la prima di una serie di istituzioni europee sovranazionali che avrebbero condotto a quella che si chiama oggi “Unione Europea”.