Tra storia e sport nella valle dell’Aniene
I Monasteri di Subiaco e il fiume Aniene fanno da sfondo all’uscita didattica di alcune classi prime della sezione media.
Venerdì, 12 maggio 2023, gli alunni di quasi tutte le classi prime della scuola media “A. Gramsci” si sono recati a Subiaco per un’uscita didattica, che ha unito la visita ai monasteri di Santa Scolastica e di San Benedetto e una discesa di soft rafting sul fiume Aniene, grazie all’Associazione “Vivere l’Aniene“.
Il programma ha previsto in mattinata la visita guidata dapprima al monastero del “Sacro Speco” e poi a quello di Santa Scolastica.
Incastonato come una gemma nella parete rocciosa del Monte Taleo, in prossimità di Subiaco, il Santuario del Sacro Speco da quasi mille anni custodisce uno dei luoghi più significativi della spiritualità benedettina: la grotta in cui all’inizio del VI secolo il giovanissimo San Benedetto da Norcia visse da eremita, seguendo l’esempio dei padri anacoreti. Attraverso il periodo di solitudine trascorso in questo luogo aspro e selvaggio, San Benedetto poté maturare quel carisma e quella spiritualità che in pochi anni lo portarono a fondare le prime comunità monastiche lungo la valle del fiume Aniene.
La Grotta di San Benedetto divenne luogo di culto già a partire dal VI secolo, e le più antiche testimonianze artistiche risalgono all’VIII secolo.
Gli alunni e i docenti sono stati affiancati da una guida, la quale ha spiegato loro che quel luogo sacro è stato costruito verso l’XI secolo in ricordo dell’esperienza di eremitaggio che San Benedetto visse, per circa tre anni, nella grotta. Inoltre, ha aggiunto che il monastero, addossato alla parete rocciosa del monte Taleo a circa 650 metri di altezza, fu definito “nido di rondini” da papa Pio II Piccolomini quando vi si recò in visita nel 1461.
All’interno del monastero, che è apparso proprio come un labirinto di ambienti, di cappelle ricavate nella roccia, alunni e docenti hanno potuto raggiungere la Sacra Grotta dell’eremitaggio (il Sacro Speco), nella quale è conservato il trittico marmoreo, composto dalla statua del Santo, da una croce e da un cestino, scolpiti nel 1657 da Antonio Raggi, un allievo del Bernini.
Le varie pareti delle cappelle sono ricoperte da una serie di affreschi di varie epoche: dalle prime opere bizantine (VIII secolo) si passa al prezioso ritratto di San Francesco risalente al 1223, fino ad arrivare ai notevoli affreschi della scuola senese ed umbro-marchigiana (secoli XIV- XV).
L’affresco che ritrae Francesco d’Assisi, ritenuto la prima nonché la sua più fedele raffigurazione, fu realizzato tre anni prima della sua morte probabilmente durante il suo soggiorno a Subiaco nel 1223-1224 e riporta un Francesco privo di stimmate e di aureola.
L’antico refettorio custodisce invece una straordinaria Ultima Cena trecentesca, recentemente riportata al suo antico splendore.
Nel corso della mattinata alunni e docenti, accompagnati sempre dalla guida, hanno raggiunto il monastero di Santa Scolastica: esso è uno dei 12 monasteri fondati a Subiaco da san Benedetto da Norcia, il più vicino a quello di San Clemente, dove dimorava lo stesso Benedetto, ed essendo stato fondato attorno all’anno 520 è il più antico d’Italia seguito da quello di Montecassino, ed è il più antico monastero benedettino al mondo. Fu probabilmente ricavato da edifici appartenenti alla vicina villa di Nerone.
La guida ha spiegato inoltre che il monastero, dopo essere stato devastato dai saraceni nel IX secolo, fu restaurato grazie al sostegno di papa Gregorio IV e papa Leone IV. Poi, tra il X secolo e il XIII secolo il monastero acquistò grandi beni grazie alle donazioni di sovrani ed ecclesiastici, divenendo uno dei feudi più potenti dello Stato pontificio. Gli alunni hanno potuto visitare anche la grande Biblioteca, che è stata arricchita di incunaboli e di libri di grande valore dal 1465, grazie a due chierici tedeschi, Pannartz e Sweynheym, i quali vi impiantarono la prima tipografia italiana.
Nel primo pomeriggio tutto il gruppo si è spostato sul fiume Aniene: qui, insieme agli istruttori dell’Associazione e agli insegnanti accompagnatori, gli alunni hanno dato sfogo all’avventura e al divertimento, affrontando il soft rafting sugli inaffondabili gommoni chiamati “raft”.
La tortuosità del corso del fiume, la limpidezza dell’acqua e la rigogliosa vegetazione del Parco dei Monti Simbruini hanno reso la discesa, durata circa un’ora, un momento magico ed indimenticabile per alunni ed insegnanti.