In viaggio nella storia: Carano Garibaldi
Gli alunni delle classi prime e seconde della Gramsci sulle tracce di Menotti Garibaldi.
Gli alunni delle classi prime e seconde della scuola secondaria di primo grado nei giorni 16 e 17 maggio 2022 sono stati i protagonisti di un’uscita didattica nei pressi del casale Carano-Garibaldi alla scoperta della storia locale e nazionale.
Dopo l’emergenza sanitaria i ragazzi dell’Istituto Gramsci tornano finalmente ad esplorare il territorio che li circonda. Prima tappa di questo viaggio non poteva non essere l’incontro con la signora Costanza Ravizza Garibaldi con la quale ci lega da tempo un rapporto di stima e di amicizia.
Con la solarità che la contraddistingue, la signora Costanza, pronipote di Giuseppe e Anita, leggendari fautori dell’unità d’Italia, ha accolto i nostri alunni che hanno ascoltato il suo avvincente racconto immersi tra i colori e i profumi della campagna. Costanza discende dal ramo di Menotti, primogenito dell’eroe dei due mondi sepolto nella tenuta di Carano ad Aprilia.
La storia della sua famiglia si intreccia orgogliosamente con la storia nazionale e il messaggio che vuole condividere con le nuove generazioni ruota intorno al principio di libertà.
Apprendiamo che la storia di questa zona parte storicamente in epoca preromana quando a Carano era presente una stazione di posta. Un luogo adibito a delle soste temporanee dei corrieri o per effettuare il cambio di cavalli. Di questo periodo preromano nella tenuta sono conservati due cocci riferibili al periodo degli Etruschi e dei Volsci.
Dopo la caduta dell’impero Romano la zona di Carano diventa una palude nella quale si diffonde la zanzara anofele portatrice di malaria. Nel 700 papa Zaccaria I crea delle Domus. Dopo questo periodo il territorio di Carano passerà sotto il controllo di San Pietro.
Con la breccia di porta Pia e la presa di Roma i territori passarono sotto lo stato italiano.
La tenuta passò infine a Menotti Garibaldi al quale furono concessi molteplici ettari di terreno, in enfiteusi perpetua, sottratti al Capitolato di San Pietro.
In questa terra malsana e paludosa Menotti bonificò con i propri mezzi il suo vasto latifondo. Grazie alla sua tenacia e caparbietà avviò un serio processo di bonifica, fece inoltre costruire le case per i contadini, strade, telegrafo, scuole e chiese.
Menotti morì di malaria il 22 agosto del 1903.
Ad arricchire il racconto della signora Costanza e ad accompagnare i ragazzi alla visita alla tomba il prezioso contributo dei membri dell’Associazione The Factory 1944 che hanno analizzato la storia del luogo durante la Seconda Guerra Mondiale e in particolar modo dopo lo sbarco degli alleati.