Lo sguardo dei giovani reporter sul Covid-19
I reporter del corso di Giornalismo web riflettono sulla pandemia causata dal Covid-19 e raccontano le loro esperienze insieme ad alcuni alunni della IIIB
Articolo a cura dei reporter del corso di Giornalismo web Francesco Barbato, Eleonora Pizzo, Amalia Enache e di alcuni alunni della classe IIIB
Stiamo vivendo un periodo molto difficile – scrive Eleonora, reporter – a causa di una malattia molto contagiosa chiamata Covid-19 , che nei casi più gravi provoca un gran numero di vittime, soprattutto nelle persone anziane. Il virus proviene dalla Cina e precisamente, dal paese di Wuhan e si è modificato passando dagli animali all’uomo. Si è diffuso in tutto il mondo, perché i medici non sapevano riconoscerne i sintomi, visto che era un nuovo virus. In Italia la regione più colpita è stata la Lombardia dove il numero di contagiati è cresciuto molto velocemente e si è propagato alle altre regioni. Per questo il governo è stato costretto a prendere seri provvedimenti: la chiusura delle scuole, l’annullamento delle manifestazioni sportive e la chiusura dei negozi eccetto quelli che forniscono beni di prima necessità, come supermercati e farmacie, inoltre tutti i cittadini Italiani devono rimanere a casa per evitare la diffusione del virus.
La situazione ad Aprilia è sotto controllo, ma l’attenzione è alta. Tutti sono chiusi in casa e le nostre vite sono molto cambiate. I ragazzi più grandi fanno delle lezioni a distanza, nelle quali i professori o le professoresse spiegano le lezioni, invece i bambini tramite il registro elettronico possono vedere i compiti ed eseguirli. Molte attività economiche sono state chiuse e alcune persone non possono lavorare, mentre altre svolgono il loro lavoro stando a casa, attraverso lo smart working. Tutti i centri sportivi sono chiusi e per questo motivo non si può fare sport, ma le persone possono fare attività fisica in casa. È vietato uscire dalle proprie abitazioni, ma lo si può fare solo per andare a fare la spesa o in farmacia . Questo è un grande sacrificio per Aprilia, ma soprattutto per tutta l’Italia, che ogni giorno lotta contro questo nemico invisibile.
Come è nata l’epidemia e che cos’è il Covid- 19:
Di Alessandro Pizzo, IIIB
All’inizio del 2020 eravamo del tutto inconsapevoli dell’emergenza sanitaria che si sarebbe creata, infatti un nuovo virus altamente contagioso e completamente sconosciuto al nostro sistema immunitario aveva iniziato a circolare in una regione della Cina. In quel momento non avremmo mai pensato che questo virus, che sembrava così lontano, avrebbe potuto diffondersi e causare tanti problemi nella nostra società, sia per la salute dei cittadini che per i sistemi sanitari ed economici. In poco più di due mesi lo scenario mondiale è cambiato radicalmente e stati e governi hanno dovuto decidere misure forti per arginare la pandemia del Covid-19. Al giorno d’oggi i contagiati in italia sono decine di migliaia e i morti sono circa il 10%, queste stime sono in aumento, ognuno di noi, per quanto ottimista sa che questo virus non è un’influenza comune e per questo dovremo conviverci ancora per molto tempo.
Il Coronavirus è partito da Wuhan la città più popolosa della Cina orientale in cui si è registrato un certo numero di polmoniti anomale e le autorità sanitarie locali avevano dato notizia di questi casi insoliti il 31 Dicembre 2019. Centinaia di persone furono messe in osservazione e fu isolato il nuovo ceppo di Coronavirus chiamato Sars-CoV-2. Il 21 gennaio l’organizzazione mondiale della sanità aveva annunciato che questo virus passato probabilmente dall’animale all’essere umano si trasmetteva anche da uomo a uomo. Intanto la città di Wuhan veniva isolata, mentre in Italia i casi erano soltanto due turisti cinesi, ricoverati allo Spallanzani di Roma. E a fine Gennaio il governo decise di bloccare tutti i voli da e per la Cina. L’11 Gennaio l’OMS ha divulgato il nome della nuova malattia causata dal Coronavirus Covid-19: Co e vi indicano la famiglia dei coronavirus, d sta per disease (malattia in inglese) e 19 indica l’anno della scoperta.
Il 21 febbraio del 2020 sono emersi i primi casi nel Lodigiano in Lombardia, la cosa preoccupante era che si trattava di persone non provenienti dalla Cina, del nuovo focolaio non si conosceva neanche l’estensione. Il governo decise di isolare i comuni centro dell’epidemia.
Fuori dalla Cina i paesi più contagiati erano l’Italia, l’Iran e la Corea del Sud, alcuni casi si registravano anche in altri paesi europei
Nei primi giorni di marzo il contagio si è diffuso nel nostro paese varcando i confini della Lombardia. Il governo in via precauzionale ha emanato un decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri il 4 marzo che stabiliva la chiusura di scuole e università e consigliava a tutte le aziende l’adozione dello smart-working. L’8 marzo arriva il decreto che prevede l’isolamento della Lombardia e di altre 14 province che diventano “zona rossa“cioè non è possibile ne entrare ne uscire e gli spostamenti all’interno possono avvenire solo per comprovate ragioni di necessità. Il giorno successivo, il 9 marzo il presidente del consiglio Conte annuncia in diretta intorno alle 22 di aver esteso a tutto il paese le misure già previste per la zona rossa. L’11 marzo l’OMS dichiara la pandemia facendo appello a tutte le nazioni di contrastare la diffusione della Covid-19. In Italia entra in vigore un nuovo D.P.C.M. che chiude tutte le attività economiche non necessarie, rimangono aperti soltanto supermercati e farmacie che forniscono beni di prima necessità. Intanto i cittadini italiani possono uscire da casa solo se strettamente necessario. Purtroppo le misure restrittive non sembrano essere prese seriamente dai cittadini che continuano a uscire di casa, i contagi aumentano e le strutture sanitarie della Lombardia sono al collasso, ogni giorno il bollettino della protezione civile da un numero di morti elevatissimo fino a quasi 800 nella giornata del 21 marzo e il presidente del consiglio ha deciso di chiudere con una diretta facebook alle 22:45 ha annunciato la chiusura di tutte le attività produttive non essenziali, quindi di fabbriche e uffici. Intanto nel resto del mondo la pandemia sembra dilagare coglie di sorpresa la maggior parte dei governi che adottano il “Modello Italia ” con la chiusura progressiva di tutte le attività e il lock-down dei cittadini.
Perché il Covid-19 fa così paura?
Il Covid-19 è una malattia molto contagiosa che provoca una grave polmonite che nel peggiore dei casi può portare alla morte. Le persone principalmente colpite da questa malattia sono gli anziani. I tassi di mortalità sono altissimi infatti in Italia il 10% dei contagiati è deceduto. Fin ora una stima rassicurante è però quella dei guariti infatti si conta anche un 10% di guariti. Ma in tutto questo le persone hanno possibilità di sopravvivenza solo se ricoverate in terapia intensiva. La quarantena a cui siamo sottoposti serve per evitare il collasso degli ospedali e dei posti in terapia intensiva.
Alcune testimonianze dei reporter: “La nostra vita in casa”
“Per le persone è difficile rimanere a casa, – spiega Francesco – ma per fortuna si stanno organizzando con molte attività. E le scuole? Per gli studenti sono stati creati dei percorsi di didattica a distanza. Intanto le aziende possono ricorrere allo Smart Working (lavoro a distanza attraverso gli strumenti digitali). Questa è la situazione in Italia, ma le misure italiane si stanno rivelando di modello per gli altri paesi. Le scuole in tutta Italia sono chiuse dal 5 Marzo. Questa è un’emergenza globale. Per combatterla servono impegno e collaborazione, per questo periodo bisogna dimenticare le divisioni e bisogna rispettare i decreti e le ordinanze. Serve la collaborazione di tutti, letteralmente. Sono consapevole – commenta Francesco – che questo è un periodo storico difficile ma la speranza rimane attraverso canti dal balcone e candele accese. Per questo, oggi non vi chiedo like e condivisioni, ma vi chiedo di essere responsabili e uniti, perché insieme ce la possiamo fare”.
“In questo momento – Amalia commenta così questo periodo – dovrei essere a scuola, precisamente nella classe informatica con la professoressa Ferraro per il corso di giornalismo ma, non è così, sono a casa davanti alla mia scrivania a scrivere un articolo sulla mia vita in questo momento. Tutto questo è iniziato precisamente in Cina, dove pian piano le persone si ammalavano sempre più di un’influenza un po’ più forte. Quello che ci dicono tutt’ora è di restare a casa e di uscire per necessità. Ovviamente una persona “normale” non potrebbe stare tutto il giorno a non fare niente e quindi si ingegnano e, si mettono a disegnare, cucinare (anche io ciò provato ma non con buoni risultati) pitturare, pulire la casa (avresti finalmente il tempo di spolverare e di pulire a fondo anche sotto il divano, dove si è formato un polverone dal 1700) fare i compiti, giocare a videogame, insomma c’è da fare ma se non ti va puoi rilassarti sul tuo comodo divano e guardarti una serie di Netflix.
Oggi a scuola avrei avuto arte e quindi ho un fatto un disegno, poi ho letto un miliardo di pagine di religione per poi fare un commento scritto, grammatica e le sue sfaccettature poi finalmente è arrivata l’ora di pranzo. Passate le due, mi metto davanti al computer e inizio a vedere lo splendido video della prof.ssa Ferraro. Poi mi guardo una serie o un film di Netflix rigorosamente. Insomma questa è la mia tipica giornata del martedì, sinceramente mi sto un po’ stancando di stare sempre rinchiusa in queste mura, come Rapunzel, tu invece? Come passi il tempo durante la quarantena?”
“Il coronavirus ha cambiato molto le vite delle persone, – scrive Alessandro – noi ragazzi eravamo abituati ad essere molto impegnati durante le nostre giornate, tra la scuola e le attività sportive e ci siamo ritrovati ad essere chiusi in casa. Quella che all’inizio sembrava una vacanza poi si è tramutata in una vera e propria reclusione. Attraverso i nostri device abbiamo potuto intraprendere la didattica a distanza messa a disposizione dalla nostra scuola. Tutte le mattine ci colleghiamo in videoconferenza con la nostra insegnante e questo ci fa sentire meno soli. In casa impegniamo il nostro tempo a svolgere i compiti che ci vengono assegnati attraverso il registro elettronico, ma per sentirci ancora più vicini agli altri usiamo i social con i nostri amici.
Abbiamo dovuto rinunciare alle nostre attività sportive e posso raccontare un episodio davvero particolare che ho vissuto 8 marzo, in cui mi trovavo a Roma per svolgere delle gare di nuoto, tenutisi per la prima volta a porte chiuse, queste gare sono state sospese durante la manifestazione per l’ordinanza della Regione Lazio che chiudeva con effetto immediato tutte le piscine, così alcuni dei miei amici non hanno potuto svolgere le loro gare.
Anche la vita degli adulti è molto cambiata infatti molte attività sono state chiuse e altre hanno potuto continuare soltanto attraverso lo smart working, inoltre non è possibile uscire di casa se non per andare a fare la spesa.
Io nonostante non possa andare in piscina mi alleno a casa a corpo libero facendo gli esercizi che il mio allenatore mi ha dato per non perdere la forma fisica durante questa quarantena.
Molte persone però non si rendono conto della gravità della situazione per questo non rispettano le regole aumentando il rischio di contagio per loro stessi e per gli altri.
Io sono sicuro che restare a casa sia la cosa migliore da fare, sia per proteggere se stessi, sia gli altri, perché solo in questo modo si può rallentare il contagio.
E’ un momento buio, che rimarrà nei libri di storia,ma sono sicuro che passerà. Una delle cose che lo sport mi ha insegnato è non mollare mai e superare le difficoltà”.
Qui di seguito alcune presentazioni per spiegare il Covid 19